Al Cinema

Il faro la Jument e il cinema

Locandina spagnola del film. Photo credit: salir.com

La bella isola di Ouessant, situata a largo delle coste del Finistère, è sicuramente una delle zone più belle e suggestive della Bretagna. I paesaggi costieri, già magnifici di loro, sono impreziositi dagli splendidi fari che abbracciano e proteggono l’isola e le navi.
Proprio uno di questi fari, la Jument (48°25’40″N-05°08’00″W), è il protagonista della vicenda raccontata in L’Équipier, film francese del 2003 purtroppo inedito in Italia. Il nome particolare del faro deriva dalla roccia su cui l’enorme colosso venne eretto, chiamata dai bretoni dell’isola Ar Gazek-Coz (‘la Vecchia Giumenta’), probabilmente a causa della sua forma particolare. Essendo il faro situato a largo della punta sud-ovest dell’isola, l’unico modo per potervi salire è quello di farsi issare sopra di esso dal mare. Storicamente il faro era popolato da tre guardiani e un cuoco che nel film vengono sostituiti da quattro guardiani totali che si alternano in gruppi di due. Il sistema continuò a funzionare fino a quando, nel 1991, il faro venne automatizzato rendendo di fatto inutile il lavoro dei guardiani sul faro. Una situazione analoga a quella già descritta su questo spazio per il faro Armen (citato di sfuggita anche in questo film come potrete sentire nell’estratto finale).

Faro “la Jument”. Photo credit: justacote.com

Tutti questi avvenimenti vengono ripercorsi, seppur a volte indirettamente, nel film l’Équipier di Philippe Lioret. Sebbene la storia narrata sia relativamente banale e a tratti forzata, la pellicola è impreziosita da una bella ricostruzione della vita dell’isola (sia lavorativa che sociale) e dagli splendidi paesaggi che Ouessant ha saputo regalare alla macchina da presa guidata dal regista.

Trama: Camille (Anne Consigny) torna su Ouessant per vendere la sua casa di famiglia. Qui le viene recapitato un libro che la riporterà indietro nel tempo, a quando Antoine (Grégori Derangère), giovane reso invalido dalla guerra in Algeria, metteva piede sull’isola per prendere posto come guardiano del faro assieme. Nonostante l’iniziale perplessità e sfiducia da parte dei suoi colleghi, Antoine troverà aiuto e conforto nel suo superiore e compagno di guardia Yvon Le Guen (Philippe Torreton) e nella moglie di lui, Mabé (Sandrine Bonnaire), futuri genitori di Camille. Ma la storia raccontata nel libro riserverà a Camille anche lati oscuri del passato della sua famiglia, che altrimenti non avrebbe mai avuto modo di scoprire…

Il Faro travolto dalle onde. Photo credit: ibytes.es

 Nel complesso un film molto piacevole in cui l’oceano e il faro “La Jument” si ergono come veri e propri protagonisti della vicenda. La splendida fotografia (e il mare in tempesta) ripaga totalmente della visione. Da bretone l’unico dispiacere l’ho avuto sentendo i pezzi suonati in occasione dell’immancabile festa dell’isola (immancabile in tutti i film bretoni ovviamente). Perché mettere l’irlandese “Star of the County Down” al posto di un bel An dro? Probabilmente la scelta è stata dettata dall’orecchiabilità della musica irlandese sicuramente migliore rispetto a quella bretone con i suoi canti e controcanti e le melodie “gracchianti”. Certamente però è un elemento che stona rendendo meno vera un’ambientazione nel complesso ben fatta.

12 thoughts on “Il faro la Jument e il cinema

  1. Le scene di tempesta e di “relève” sono state girate la piede del faro, le scene d ‘interiore in studio.
    E stata ricostruita la replica esatta, 15 metri alta, degli ultimi tre piani della Jument, lanterna compresa (è stata esposta alla mostra ‘Phares’ del Museo della Marina di Parigi l’anno scorso) a picco di una scogliera vicino al porto di Le Conquet.
    L’edificio è stato poi circondato da giganteschi cannoni che sputavano centinaie di migliaia di litri d’acqua.
    Intervista, in francese, di Philippe Lioret sul film : http://www.cinemotions.com/interview/1153

    • intendi il museo che si trova al Trocadéro? Ero tentato di andarci lo scorso anno, mi sarebbe piaciuto vedere la replica esatta. Purtroppo per diversi motivi non ci son potuto andare

  2. Particolare interressante della storia dei guardiani evocato nel film con Antoine che torna invalido dalla guerra in Algeria.
    Alla fine della prima guerra mondiale, la Francia contava numerose “gueules cassées”, soldati invalidi. Una legge del febbraio 1924 creava impieghi riservati a quest’invalidi, perchè supposti essere meno faticosi : guardiano di giardinetto pubblico, impiegato ufficio, postino rurale … guardiano di faro !!!

    Nel dicembre 1925 due invalidi corsi furono obbligati a salire sul faro de ‘La Vieille’ (Ar Groac’h in bretone), faro della punta del Raz in Bretagna che conta 120 scale) e a restarci nonostante le diverse domande di cambiamento al Ministero.
    Dopo settimane di tempesta, la lanterna si spegne il 19 febbraio 1926, la sirena non funzionava più .. alzano la bandiera nera, segnale di soccorso.
    Il 28 febbraio la nave di rifornimento riesce ad avvicinarsi ma un marinaio è costretto a buttarsi nell’acqua gelata con corde e un cavo per raggiungere la roccia “Gorle bella” dove sta il faro, e a portarli indietro nelle stesso modo.
    I due guardiani furono poi posti in servizio su fari continentali.

    Il loro calvario, raccontato dai giornali, fece un gran rumore fino a Parigi e fu definitivamente vietato mandare invalidi di guerra nei fari.

    (scusate il mio italiano ; spero che sia comprensibile)

    • Parli benissimo italiano, grazie per questi commenti e le curiosità. Davvero non sapevo di questo episodio sul faro Ar Graoac’h. Non avrei mai messo due invalidi soli su quel faro (almeno nel film Antoine è accompagnato da Yvon).
      Nel film sembra che Antoine abbia scelto il suo impiego, era veramente così o venivano assegnati automaticamente ai loro impieghi?

    • sì è una storia tremenda, angosciante. Ho letto anche che i due guardiani sordi erano talmente spaventati da quanto accadeva, che non volevano scendere dal faro…

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  4. La foto ‘Il Faro travolto dalle onde’ è una foto di Jean Guichard (spesso attribuita con errore a Philip Plisson).
    E? stata scattata il 21 dicembre 1989 a bordo dell’elicottero guidato da Daniel Manoury, il suo fedele pilota. Jean Guicahrd ha ottenuto il premio World Press e sono state vendute più di un milione di copie di questa foto !

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