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Una buona notizia per il faro delle pontine. Basterà?

Il faro di Monte della Guardia, a Ponza, è primo nel Lazio nella raccolta delle firme I luoghi del cuore, iniziativa del FAI, gruppo per l’ambiente italiano.

Pontine - FAI

Pontine – FAI

Il faro si trova sul faraglione meridionale della piccola isola dell’arcipelago pontino (40°52,6’N-12°57,2’E). Sono stati oltre un milione i cittadini che hanno votato censimento che chiedeva di segnalare quei luoghi reali che abbiamo trasformato in luoghi dello spirito, luoghi in pericolo o da tutelare o semplicemente da non dimenticare, chiedendo un piccolo gesto, una testimonianza diretta per aiutare quel luogo a sopravvivere o, in alcuni casi, a tornare a vivere. Il faro del Monte della Guardia di Ponza, nel Lazio è uno di questi, arrivato sesto in Italia, con 31.123 firme.

Faro Monte della guardia (credits: http://www.iluoghidelcuore.it)

Faro Monte della Guardia (credits: http://www.iluoghidelcuore.it)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La luce è stata costruita nel 1886 su una rocca a strapiombo sul mare. Si poteva arrivare attraverso un sentiero che si snoda dal porto ed è rimasto attivo fino al 1975 con fanalisti che si alternavano alla guardia. Oggi il faro è stato automatizzato e funziona a valvole solari. Il fabbricato è alto 12 metri, e contiene quattro appartamenti e diverse strutture accessorie, come il pozzo sul cortile e il forno. Al faro ora si può accedere solo via mare, considerate le pessime condizioni in cui versa il sentiero di terra mentre l’edificio è in stato di degrado e necessita di importanti interventi di recupero della struttura muraria e la messa in sicurezza del terrazzo e della pavimentazione, nonché del reinserimento di tutti gli infissi.

Le isole ponziane, dette anche Pontine sono un piccolo arcipelago del Tirreno che distano una trentina di miglia dalla terraferma del Golfo di Gaeta. Hanno una popolazione di circa 4mila abitanti (detti ponziani), che nel periodo estivo si moltiplicano a causa di un intenso movimento turistico. L’arcipelago comprende sei piccole isole divise in due gruppi: il gruppo di nord-ovest (appartenente amministrativamente al comune di Ponza), Ponza, Palmarola, Zannone e Gavi ed il gruppetto delle isole di sud-est (appartenente amministrativamente al comune di Ventotene), l’isola di Ventotene e quella di Santo Stefano. I comuni dell’arcipelago, precedentemente afferivano alla provincia di Terra e lavoro, e dopo la soppressione di questa, alla provincia di Napoli. Durante il fascismo furono trasferite alla provincia Littoria. Sono raggiungili in traghetto o aliscafo da Formia, Anzio, Terracina, San Felice al Circeo, Napoli, Pozzuoli e Ischia.

isole Pontine (Credits: http://viaggi.repubblica.it)

isole Pontine (Credits: http://viaggi.repubblica.it)

Un pugno di isole segnate dalla distanza da terra che ne hanno fatto un luogo di detenzione e confino. Furono abitate in epoca preistorica dal V millennio. Poi vennero utilizzate dai fenici con base delle loro migrazioni, finché nel VIII° e VII° secolo arrivarono i greci e nel 312 a.C divennero colonia romana. Le incursione dei saraceni cominciarono nell’VIII secolo; nel 1213 venne costruita l’abbazia di Santa Maria a Ponza e l’anno dopo il monastero benedettino a Zanone. Battaglie navali tra angoini, genovesi, aragonesi, turchi fino all’incursione di Khair-ad-Din, il Barbarossa, nel \1534, seguita nel 1552 da Draguut pirata diventato abastanza noto. Ed ancora austriaci, Borboni che con Ferdinando avviarono la colonizzazione delle isole con forzati e tecnici. Alla fine del 1700 diventa sede carceraria per ergastolani e Luigi Verneau viene impiccato a Ponza dopo la fallita rivoluzione partenopea. Gli inglesi la conquistano nei primi anni del 1800 ma il trattato di Vienna restituisce le isole ai Borbone.

Ma Ponza non perde la vocazione a reclusorio che viene abolito solo dopo l’annessione dell’arcipelago all’Italia nel 1861. Ma poco più di cinquantanni dopo, vine istituito il confino fascista per i dissidenti dopo che vi sono passati libici, serbi dopo la prima guerra mondiale. Dal 1928 confino fascista dove nel 1942 arrivarono Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Altiero Spienelli che proprio a Ponza redassero il Manifesto per un Europa libera e unita, diffuso poi clandestinamente mentre vi arrivano prigionieri greci, albanesi e slavi. Vi arriva anche Mussolini nel ’43 (ma per breve tempo, dal 27 luglio al 7 agosto). I confinati vi costituiscono il cosiddetto governo di Ventotene. Il dopoguerra scorre sostanzialmete nella trascuratezza e nella chiusura delle miniere. Ultimo colpo di reni nel 1979, l’inclusione di Zanone nel parco nazionale del Circeo.

Articoli su: http://www.ilmessaggero.it/latina/ponza_firme_fai_cuore/notizie/251724.shtml

 

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