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Il piccolo faro dove iniziava il Golfo di Venezia

Venezia, è la più bella del mondo, a detta di molti. Ma anche la più delicata, costruita su una laguna dove case, palazzi, gioielli d’arte, si reggono su palafitte. Viene quasi scontata e banale la metafora dell’elefante nel negozio di cristall quando si pensa alle navi che transitano davanti alla famosa piazza: mostri da 100mila tonnellate di stazza (come 450 vaporetti), lunghe trecento metri e alte come dieci piani che permettono di guardare dall’alto in basso il campanile di san Marco. A parte i rischi delle manovre errate, della rottura dei cavi dei rimorchiatori… Ovvio che gli ormai pochi veneziani (sono rimasti meno di 60 mila pressati tra turismo e elefantiaci grattacieli orizzontali naviganti, sorta di ecomostri), si dividono tra i favorevoli e i contrari. Per questioni di inquinamento e poi, la diatriba su quanto possono scalzare con il loro moto ondoso i fragili canali che costituiscono le strade della città. Ora dal 1° gennaio 2014 riduzione del 20% dei transiti inquinanti e dal novembre successivo stop alla navi di oltre 96mila tonnellate, in attesa che si ampli il nuovo canale. Rinunciare agli introiti dei croceristi (2 milioni e mezzo l’anno, da aggiungere ai 20 altrimenti portati) non è semplice. Anche se la domanda è, come sempre, a chi vengono redistribuite queste risorse. Giocando con i numeri, negli ultimi dodici anni, un abitante di Venezia ha ospitato, od almeno fatto carico, di 230 turisti al giorno. Tralasciando, per ora, il dibattito peraltro vitale per il futuro della città.

Grandi navi Venezia (Credits: Wikipedia)

Grandi navi Venezia (Credits: Wikipedia)

L’isola di San Giorgio Maggiore è una piccola isola di fronte a Piazza San Marco. L’isola è separata dalla Giudecca dal piccolo canale della Grazia ed è bagnata anche dal canale della Giudecca, dal bacino di San Marco, dal canale di San Marco e a sud, dalla laguna; fa parte del sestiere di San Marco.

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Faro san Giorgio Maggiore (Credits: Wikipedia)

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Isola san Giorgio Maggiore (Credits: Wikipedia)

Dalla fondazione della città l’isola era di proprietà della famiglia patrizia dei Memmo, da questo l’antico nome di isola Memmia. Nell’VIII-IX sec. venne costruita una chiesetta in legno intitolata a San Giorgio; in seguito l’isola prese il nome di Maggiore per distinguerla dall’isola di San Giorgio in Alga e fu donata nel 982 dal doge tribuno Memmo ad un monaco benedettino, Giovanni Morosini. Questi decise di bonificare l’area adiacente alla chiesa per costruire il monastero (di San Giorgio), di cui fu il primo abate.

A testimonianza dell’importanza culturale raggiunta nei secoli dal monastero si erge maestosa la facciata della Basilica di San Giorgio Maggiore, progettata da Andrea Palladio, elemento essenziale del panorama visibile dalla piazzetta.

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Faro San Giorgio Maggiore (Credits: TRIBAS. http://www.unc.edu/~rowlett/lighthouse/itane.htm)

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Basilica San G. Maggiore (Credits: wikipedia)

Durante il periodo napoleonico il monastero fu soppresso pressoché completamente; l’isola divenne un presidio militare e tale rimase anche con i governi dell’Impero Austro-Ungarico e del Regno d’Italia. Sul lato nord dell’isola fu creata la darsena, separata dal bacino di San Marco da una banchina provvista di due torrette ed i magazzini di servizio. In questo modo l’isola poté anche essere individuata come porto franco.

San Giorgio Maggiore (Google Satellite view)

San Giorgio Maggiore (Google Satellite view)

La lunga premessa di quando la città dava il nome al Golfo di Venezia, era necessaria per inquadrare il piccolo faro, (direi cinquecentesco coevo della basilica, ma di data non documentata) (45°25’47.93”N-12°20’38.32”E). Il piccolo ma suggestivo faro attualmente attivo, di gestione privata. Una torre ottagonale di 12 metri con galleria in pietra bianca di cui è anche sconosciuto il tipo di luce. E’ all’estremo nord del frangiflutti, che protegge il piccolo porto (capienza un centinaio di barche da diporto) della locale Compagnia della vela. L’isola è un pentagono irregolare di circa 150mila mq. a 500 metri in linea d’aria dal campanile di San Marco (di 98 metri, tre metri più di quello della basilica di San Giorgio). La diga foranea della minuscola isola ha due torri identiche alle estremità, mentre stiamo parlando di quella ad ovest. Si ignora (almeno io ignoro) se l’identica ad est, al termine del frangiflutti della darsena, sia mai stata utilizzata come faro.

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Faro e isola San Giorgio Maggiore (Photo Credits: Camille King http://www.flickr.com/photos/spotsgot/872100107/)

L’elegante faro palladiano, si può raggiungere con barca propria o con traghetto pubblico che fa scalo a san Giorgio Maggiore. Il sito è aperto mentre la torre torre chiusa. (elenco Admiralty E2498)

http://www.turismovenezia.it/

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